Sempre di più veniamo a conoscenza di notizie di cronaca in cui, mentre una persona viene aggredita, gli altri riprendono la scena con il telefonino senza intervenire. C'è una possibile spiegazione psicologica di questo comportamento?
1964. Lungo le strade di New York, la ventinovenne Kitty Genovese, viene brutalmente pugnalata e uccisa sotto gli occhi di 38 persone. Nessuno chiamò i soccorsi.
E' un fenomeno per cui tutte le persone presenti pensano che sia qualcun altro, maggiormente adatto, ad affrontare la situazione. Questo comporta inevitabilmente la non presa d'azione dalle persone presenti.
In un altro studio di Darley e Latanè vennero reclutati degli studenti che avevano il compito di compilare un questionario. Dopo la seconda pagina, veniva introdotto del fumo bianco all'interno della stanza in cui si trovavano (per simulare un'emergenza). Nella condizione in cui i partecipanti erano in gruppo, essi non parlavano della comparsa del fumo, che nel frattempo continuava ad entrare nella stanza, sino ad oscurare la vista di chi c'era. La presenza di altre persone, inibiva la risposta e la richiesta di aiuto.
Gli studiosi decisero di eseguire una ricerca su un gruppo di studenti. Veniva chiesto loro di partecipare ad una discussione sulla vita universitaria, il tutto però avvenne attraverso un citofono e in anonimo (ognuno aveva un turno di due minuti).
Durante la conversazione, a sorpresa, gli psicologi fecero fingere ad un ragazzo una crisi epilettica ed egli, chiese aiuto agli altri.
Solamente il 31% intervenne per chiamare i soccorsi.
Secondo i due psicologi, la presenza di un gruppo davanti a un evento simile porta a una dimunuzione della responsabilità e a una minore probabilità di intervento.
Le nostre scelte si basano sulle reazioni degli altri; se nessuno reagisce, allora non c'è un reale motivo di intervenire. Il fatto che ci siano altre persone, ci deresponsabilizza pensando che debbano essere proprio loro ad offrire aiuto. Il caso di Kitty, così come le decine di casi che attualmente apprendiamo dalle notizie di cronaca, ci mostrano questo fenomeno che, seppur di difficile comprensione, ha delle spiegazioni psicologiche.
Le informazioni contenute nel sito non vanno usate come strumento di autodiagnosi e/o autoterapia. La visita psicologica rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento.
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