Il pensiero negativo ricorrente

I disturbi psicologici presentano spesso 3 tipi di pensiero negativi:

IL RIMUGINIO:
E' un processo cognitivo che implica pensieri ripetitivi riguardo a eventi negativi che potrebbero accadere nel futuro.
Tendenzialmente potrebbe essere considerato normale, ma diventa disfunzionale quando è eccessivo e incontrollabile.
Le persone che rimuginano in modo cronico riferiscono insonnia, irrequietezza, mal di testa, irritabilità, nausea.

LA RUMINAZIONE:
Essa implica pensieri ripetitivi riguardo a eventi passati o stati emotivi presenti. Mentre il rimuginio ha come emozione predominante l'ansia, la ruminazione è associata allo sviluppo di sintomi depressivi.
La ruminazione depressiva è l’insieme di comportamenti e pensieri che focalizzano l’attenzione della persona sui propri sintomi depressivi e sulle loro implicazioni: “perché mi sento sempre così triste?”. Come il rimuginio, la ruminazione depressiva rappresenta il tentativo di risolvere un problema ma, come il rimuginio, questo tipo di pensiero aggrava l’umore anziché migliorarlo. La ruminazione globale è una tendenza generale al pensiero ripetitivo, con una scarsa controllabilità del pensiero e caratterizzata dal riesame di eventi negativi passati.
Tutti e due i tipi di ruminazione rappresentano delle strategie che le persone mettono in atto per gestire l’umore depresso o per risolvere problemi causati da eventi passati; tuttavia la ruminazione peggiora la performance nei compiti di memoria e alimenta la tendenza a una memoria generalizzante focalizzata sugli eventi negativi; inoltre, danneggia il funzionamento esecutivo. La ruminazione si perpetua, in parte, tramite bias dell’elaborazione dell’informazione che favoriscono il materiale emotivamente negativo. Essa riduce l’efficacia del problem solving e predispone gli individui a futuri episodi di ansia e depressione.

LA RIEVOCAZIONE DEL TRAUMA
Può essere definita come il rivivere, risperimentare o attivare un ricordo traumatico mediante un’attività mentale intrusiva. Diversamente dal rimuginio e dalla ruminazione, la rievocazione del trauma è caratterizzata dal fatto di essere sperimentata solo da quelle persone che hanno vissuto eventi traumatici nella loro vita; quindi è sempre precipitata da un evento traumatico. Se infatti pensiamo al rimuginio e alla ruminazione, sebbene alcune persone trovino difficile fermare questi tipi di pensieri una volta iniziati, essi li intraprendono comunque di proposito; nella rievocazione del trauma invece si definiscono le intrusioni come spontanee e involontarie. Le persone cercano infatti di evitare il ricordo del trauma anziché elaborarlo. In più, la rievocazione del trauma ha un carattere più immaginativo rispetto al rimuginio, dove domina il pensiero lingusitico-verbale. 
La rievocazione del trauma è vissuta come un’attività mentale intrusiva che avviene durante lo stato di veglia cosciente sotto forma di pensieri intrusivi, sensazioni, ricordi, immagini e flashback e, durante il sonno, sotto forma di incubi e sogni. Questo processo è anche accompagnato a reazioni fisiologiche come l’aumento del battito cardiaco, della pressione e della sudorazione. L’esordio della rievocazione può avvenire subito dopo il trauma, ma anche molti anni dopo.
In base a questo potremmo quindi dire che la rievocazione ha una funzione protettiva, e serve a mobilitare le risorse dell’organismo di fronte alla percezione di una minaccia immediata. All’apparenza potrebbe sembrare un meccanismo adattivo, ma se pensiamo al PTSD (disturbo post-traumatico da stress) non lo è: qui la probabilità che l’evento si ripresenti è molto bassa e i ricordi del trauma potrebbero capitare anche in assenza di stimoli scatenanti nell’ambiente. 
Le conseguenze sono: disturbi del sonno, difficoltà a mantenere relazioni interpersonali, insensibilità emotiva, innalzamento dell’arousal, ipervigilanza, difficoltà di concentrazione, comportamenti di evitamento, PTSD.

GENNAIO 
2023

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